Il carcere entra a scuola: le classi quinte a confronto con un detenuto

Giovedì 24 febbraio presso la palestra del Polo Pertile, si è tenuto un incontro tra le classi quinte di tutti gli istituti e un detenuto del carcere di Vicenza: un’occasione unica per i ragazzi per riflettere grazie alla testimonianza diretta di chi ha sbagliato e vuole ripartire

 

Alla fine sono stati applausi davvero quanto mai sentiti e sinceri quelli con cui i ragazzi delle quinte di tutti gli istituti dell’IIS di Asiago si sono congedati dai loro ospiti al termine dell’incontro che rientra nel Progetto Carcere e che prevede un contatto diretto tra il mondo della scuola e quello delle prigioni italiane. A conferma dell’interesse che questo incontro ha suscitato tra i ragazzi ci sono state le tantissime domande che sono state poste ai presenti e in particolare a “Sergio, un ragazzo poco più grande di loro detenuto nel carcere di Vicenza. È stato proprio lui, Sergio, visibilmente emozionato dal momento che era la prima volta che si cimentava nella non facile missione di raccontarsi di fronte a una platea così vasta, a rispondere anche con difficoltà alle domande, in qualche caso non semplici, degli studenti del Mario Rigoni Stern.

Insieme a lui erano presenti anche, Andrea Nicolini, Ispettore della Polizia Penitenziaria di Vicenza, ed Enrico Mastella, un volontario responsabile del progetto CSI (Carcere / Sport / Insieme) di Vicenza. Entrambi hanno introdotto la figura di Sergio raccontando ai ragazzi che affollavano la palestra dell’IIS di Asiago, il funzionamento, gli obiettivi e le finalità del carcere in modo da far capire l’importanza di uno Stato che non punisce e non si vendica, ma che cerca di far espiare la pena al fine di rieducare e reinserire nella società, quando possibile, i detenuti in modo che possano rifarsi una vita una volta fuori di prigione. E poi c’è stata la lunga e toccante testimonianza di Sergio, un ragazzo che ha raccontato la sua vita, tra scelte sbagliate e cattive compagnie, un ragazzo che a un certo punto ha affermato rivolgendosi a quelli che sono quasi suoi coetanei: “Non avevo testa, non capivo quanto stavo sbagliando … per cui state attenti perché quando ci si rende conto dei propri errori potrebbe essere troppo tardi. Per me è stato così, mi sono rovinato la vita, ho perso gran parte della mia giovinezza e ho sconvolto quella della mia famiglia: ma in prigione sono cambiato, è un’esperienza che mi è servita tantissimo e voglio rifarmi una vita nel rispetto delle regole e della legge”.

L’appuntamento formativo, cui hanno assistito circa 140 studenti delle nove quinte del Liceo, dell’Ite e dell’Ipsia (Alberghiero, Meccanico e Agrario), è stato organizzato e presieduto dai docenti di Religione Cattolica, Prof.ssa Silvana Forte e dal Prof. Paolo Fabris che hanno preparato in classe l’incontro con alcune lezioni introduttive e di riflessione sull'argomento.